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Riconoscere, conoscere e affrontare il disagio del giovane adulto di oggi


Nell’immaginario comune la principale crisi evolutiva viene collocata del periodo dell’adolescenza, inteso come transizione dall’infanzia alla vita adulta e caratterizzato dal dover affrontare e risolvere vari compiti evolutivi. Spesso questa lettura ha riscontro nella realtà. Ma altrettanto spesso capita, oggi, di assistere a un fenomeno parzialmente diverso. Negli studi di psicoterapia arrivano giovani adulti che, dopo un’adolescenza senza eccessivi scossoni, si trovano ad affrontare una crisi profonda: la crisi del giovane adulto.


Sempre più giovani tra i 18 e i 30 anni fanno i conti con sintomatologie ansiose e depressive, oltre che difficoltà relazionali. Sembra che, in alcuni casi, la cosiddetta crisi adolescenziale si sia dilatata nel tempo e vada toccare i giovani adulti.


Per capire questo fenomeno si può riflettere su alcuni cambiamenti che stanno toccando la società attuale. In particolare noto alcuni fattori:


- Le crisi economiche, sanitarie e ambientali alimentano un profondo senso di sfiducia e incertezza rispetto al futuro. Gli attuali adulti nella fascia di età tra i 30 e 40 anni hanno avuto modo di svolgere il loro percorso di studi in un clima di relativa fiducia, pur scontrandosi poi con una profonda crisi economica all’incirca nel momento del loro ingresso nel modo del lavoro (pensiamo alla crisi economica del 2008).

Gli attuali giovani adulti nella fascia 18-30 anni, i cosiddetti Millennials, si sono trovati invece a studiare immersi proprio nel clima di sfiducia portato dalla crisi economica. Le attuali crisi sanitarie a ambientali rischiano inoltre di andare a confermare quel vissuto di incertezza.


- Il mondo del lavoro richiede una specializzazione sempre più alta e sempre più giovani scelgono un percorso di formazione (come quella universitaria) che inevitabilmente ritarda l’ingresso nel mondo del lavoro. Questo ovviamente non è un male di per sé: spesso un maggiore livello di formazione è l’unico mezzo per arrivare a uno stile di vita con un relativo benessere. Va comunque detto che il prendersi sul serio come adulti non può essere ridotto a soli contenuti concreti come l’ingresso nel modo professionale. Ma è pur vero che il tardare l’ingresso nel mondo del lavoro può portare a un vissuto di timore rispetto alla vita propriamente adulta.


Sempre più spesso arrivano dunque agli studi di psicoterapia giovani con sintomatologie e disagio che possono essere espressione di una difficoltà evolutiva, come in una sorta di crisi adolescenziale posticipata. Questa ovviamente non può essere considerata l’unica spiegazione possibile rispetto alle richieste di supporto psicologico da parte di questa tipologia di utenza, ma spesso è una chiave di lettura che fa da tema di fondo.

È importante tenere a mente l’unicità di ogni persona e ogni richiesta. La lettura evolutiva è infatti una possibile ossatura al lavoro con il giovane adulto, ma ogni soggetto porterà temi e dinamiche specifiche e personali. 1Inoltre è importante tenere a mente le specifiche e implicite caratteristiche di questa fascia di età e le sue differenze rispetto agli adolescenti. Questo riguarda, tra le altre cose, le capacità di pensiero e proiezione di sé nel futuro. Se ad esempio un adolescente può ancora coltivare la fantasia di poter essere qualsiasi cosa nel futuro, un giovane adulto tende a una visione più ancorata ai dati di realtà.


Se leggiamo quindi la difficoltà evolutiva tipica del giovane d'oggi come una difficoltà di emancipazione e di ingresso nella vita adulta, e non solo in termini di patologia, è possibile allora pensare ad un intervento in chiave anche esistenziale. Un lavoro che cerca di porsi non solo come cura ma anche come percorso di crescita.


La riflessione in psicoterapia ha storicamente messo molta enfasi su una visione prettamente clinica della sofferenza. Questa è comunque necessaria, in quanto permette di garantire la scientificità dell'intervento. Ma rischia di ridurre il disagio emotivo a pura patologia, con una lettura, anche raffinata, ma alle volte arida.

Non bisogna infatti dimenticarsi che l’uomo fa i conti che il disagio emotivo, con la sofferenza in generale e con domande esistenziali da molti millenni. Ed è dal tentativo di dare risposta a queste istanze che sono nate le religioni e la filosofia.

Se storicamente abbiamo assistito a una corsa al modello medico da parte della psicologia e della psicoterapia, alcuni autori sono tornati a mettere enfasi su una lettura anche esistenziale dalla sofferenza e dell’intervento psicoterapeutico. Tra questi è sicuramente possibile citare Irvin Yalom, il celebre psicoanalista statunitense che porta avanti una riflessione sul rapporto del soggetto con temi come la morte, la libertà, l’isolamento, l’assenza di senso.


Da questa prospettiva ogni intervento psicoterapeutico, non solo quello con il giovane, può essere visto sotto una chiave evolutiva ed esistenziale. Come già accennato, il prendersi sul serio come adulti ed elaborare a un livello profondo temi esistenziali non può essere ridotto a contenuti concreti, come il solo ingresso nel modo professionale. Ed è altrettanto vero che una difficoltà ad emanciparsi da una postura esistenziale giovanile è possibile ad ogni età e in ogni condizione di vita reale. Tuttavia questa riflessione è particolarmente attinente alle difficoltà sperimentate dai giovani nella società attuale.


Sotto questa luce è quindi possibile pensare a un intervento che legga la sofferenza del giovane adulto come qualcosa che ha che fare con il suo essere vivo ed essere umano. Un intervento che prenda sul serio e sostenga nella fatica del crescere e del procedere nella vita. L’obiettivo dell’intervento non è riconducibile a contenuti concreti, come trovare lavoro o un partner di vita, ma ha a che fare con aspetti qualitativi: non tanto cosa il giovane fa ma come sta in ciò che fa e che vive.


Al di là degli elementi prettamente tecnici dell’intervento psicoterapeutico, è quindi importante sottolineare il processo che si ha in mente per il giovane che arriva allo studio di psicoterapia: un progressivo tendere verso quella solidità che permette, non tanto di evitare gli impatti della vita, quanto di accettare tali impatti come parte imprescindibile della vita e viverli come occasione di crescita.


Se questo tema ti riguarda e desideri una consulenza psicologica specifica, mi rendo disponibile a essere contattato via e-mail.

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